Ancora altissima la tensione nei magazzini Mle-BCube
L’azienda lancia pesanti accuse a 50 lavoratori ancora assenti dal lavoro, mentre Cub Trasporti denuncia la mancata convocazione all’incontro di oggi
Nonostante l’accordo preliminare raggiunto nei giorni scorsi, che ha portato dopo cinque giorni alla fine dello sciopero a oltranza, resta ancora altissima la tensione nei magazzini Mle – Bcube di Malpensa.
Alla vigilia del nuovo incontro tra le parti, fissato per oggi venerdì 16 febbraio, l’azienda ha infatti diffuso una nota in cui segnala di aver registrato ancora “un numero di assenze tra i dipendenti superiore alle 50 unità”, le quali, “ufficialmente giustificate come malattie brevi”, sarebbero a suo dire “pretesti non legittimi” che stanno portando a una “estensione illecita delle azioni di protesta”.
Secondo Mle un comportamento che “contravviene agli accordi stipulati martedì scorso, 13 febbraio” e “mina la fiducia e il rispetto reciproco”, e per il quale ha annunciato l’intenzione di ricorrere “contro il comportamento illecito delle organizzazioni sindacali autonome coinvolte” e di mettere “in atto le iniziative opportune a interrompere tale azione”. Dopo avere speso inoltre parole di elogio per i lavoratori che “fino a oggi, con apprezzata correttezza, non si sono assentati”, la società ha inoltre annunciato di essersi “già attivata per inserire nuovo personale al fine di garantire comunque la continuità operativa”.
Nella stessa giornata di ieri, Mle BCube era stata a sua volta oggetto di un attacco da parte della Cub Trasporti, che aveva bollato come dettata da “arroganza” la mancata convocazione della stessa sigla nonché di Usb e Adl da parte dell’azienda al tavolo in programma per oggi, “riservando la ‘chiamata’ a Cgil, Cisl, Uil, Ugl e la Flai, con la scusa che siano solo loro i sindacati riconosciuti”.
Chiamate in causa a loro volta, le tre organizzazioni confederali, insieme a Ugl, hanno indicato in una nota di essere state convocate in quanto firmatarie del contratto integrativo vigente, “al fine di affrontarne il rinnovo a partire da una revisione delle indennità disagio e funzione, dall’introduzione di un nuovo Pdr e da ulteriori elementi premianti”. Tutto ciò, prosegue la nota con una stoccata finale rivolta ai sindacati di base, “con la concreta attenzione ai risultati da ottenere, senza alcuna necessità di visibilità per una battaglia prettamente “politica” e di posizionamento da parte del sindacalismo di base, che nulla aveva a che vedere col reale interesse dei lavoratori”.
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