Anama e Alsea: “Non interrompere il piano di sviluppo di Malpensa”
La ‘messa in pausa’ della procedura di Via per il Masterplan 2035, ovvero il piano di sviluppo dell’aeroporto di Malpensa, sta creando preoccupazione in Anama e in Alsea. Tanto da averle indotte a diffondere una nota nella quale, pur evidenziando di non voler “entrare nel merito della decisione”, hanno voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni locali […]
La ‘messa in pausa’ della procedura di Via per il Masterplan 2035, ovvero il piano di sviluppo dell’aeroporto di Malpensa, sta creando preoccupazione in Anama e in Alsea.
Tanto da averle indotte a diffondere una nota nella quale, pur evidenziando di non voler “entrare nel merito della decisione”, hanno voluto richiamare l’attenzione delle istituzioni locali e nazionali sulla necessità di non interrompere il processo di sviluppo dello scalo varesino, descritto come “essenziale e strategico per gli scambi commerciali del nostro Paese”.
Alessandro Albertini, presidente di Anama (che riunisce gli spedizionieri aerei) ha ricordato come “sebbene per via aerea venga movimentato solo il 2% della quantità complessiva di merce esportata extra UE all’Italia, questa rappresenta, in valore, oltre il 25% del totale”. Circa il 70% di tutta la merce movimentata negli aeroporti italiani è peraltro ora gestita da Malpensa. “Il settore aereo, per sua natura utilizzato dalle eccellenze italiane e dai prodotti a maggior valore aggiunto – ha proseguito Albertini – è quindi un ambito su cui puntare fortemente, così come avviene negli altri Paesi con grande vocazione all’export, come Germania e Francia”.
Parole dallo stesso tono quelle di Betty Schiavoni, presidente di Alsea (che riunisce spedizionieri e autotrasportatori lombardi) e Vicepresidente di Fedespedi con delega ai Territori, che ha anche ricordato come a Malpensa non vi siano spazi e magazzini per imprese di spedizioni e di logistica, “con la conseguenza che il polo logistico dell’aeroporto varesino è ancora nel Comune di Segrate”, ovvero al fianco di Linate. “Ciò comporta che per consegnare e ritirare le merci dall’aeroporto gli automezzi devono percorrere 70 chilometri – andata e ritorno – in tratti stradali tra i più battuti d’Italia, con i danni che ne conseguono sull’ambiente, sulla congestione stradale, sul rischio di incidenti con danni a persone e merci. Si insiste tanto, e giustamente, sulla sostenibilità ambientale, anche riguardo allo sviluppo di Malpensa. Se abbiamo a cuore l’ambiente, occorre consentire l’ampliamento dello scalo per le merci, ovviamente nel rispetto delle regole e del territorio circostante.”
Per queste ragioni le due associazioni concordano nel valutare positivamente il piano di ampliamento dello scalo varesino previsto da Sea, che “ha previsto, correttamente, uno sviluppo delle strutture di seconda linea dedicate al cargo, indispensabili per creare un polo logistico al servizio delle merci”.
” Per consentire lo sviluppo e, insieme, la sostenibilità del settore, – è la loro conclusione – occorre investire prima di tutto in strutture come quelle previste dal Masterplan 2035 dell’Aeroporto di Malpensa, in modo che aeroporto e polo logistico si possano sviluppare nella stessa area”.
Secondo quanto confermato ad AIR CARGO ITALY da Enac, è stato lo stesso ente (proponente del progetto) ad avere chiesto nel mese di maggio la sospensione dell’iter di Via, poiché questa si è “resa necessaria per predisporre la documentazione integrativa” che era stata richiesta dalla relativa commissione. La prima istanza per l’avvio della procedura era stata presentata dalla stessa Enac nel giugno del 2020 e l’iter era partito alla fine dello stesso mese.
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