Almeno 24 compagnie aeree sono fallite nel 2019
Non solo Thomas Cook e Avianca Brasil: secondo il sito Allplane sono oltre 20 le compagnie aeree che hanno dichiarato fallimento nel 2019 cessando dunque le attività, e il loro numero potrebbe crescere ulteriormente. Secondo la società di consulenza IBA, tra le ragioni che hanno portato questi vettori a ‘fare bancarotta’, ci sarebbero “una maggiore […]
Non solo Thomas Cook e Avianca Brasil: secondo il sito Allplane sono oltre 20 le compagnie aeree che hanno dichiarato fallimento nel 2019 cessando dunque le attività, e il loro numero potrebbe crescere ulteriormente. Secondo la società di consulenza IBA, tra le ragioni che hanno portato questi vettori a ‘fare bancarotta’, ci sarebbero “una maggiore competizione tra operatori, le pressioni finanziarie, l’incertezza legata alla Brexit e i prezzi elevati dei carburanti”.
Nell’elenco non compare la britannica Flybe, che era stata data quasi per morta, ma si è salvata in extremis grazie all’intervento d Virgin Atlantic e altri (nel 2020 verrà ribattezzata Virgin Connect), così come è assnete Tajik Air (Tajikistan), che pure sembrava aver cessato le operazioni lo scorso gennaio, ma che pare ora essere nuovamente attiva con un volo tra Dushanbe e Mashhad (Iran).
Ecco dunque la lista completa stilata da Allplane (aggiornata al 16 novembre 2019 e in ordine cronologico di ‘chiusura’):
– Germania. Aveva una flotta di 30 aerei più altri 25 nel portafoglio ordini.
– California Pacific (USA). Attiva in California con jet ERJ145.
– Flybmi (Regno Unito). Derivazione di BMI (British Midland International).
– Insel Air (Curaçao). Attiva nella Antille Olandesi, operava 3 Fokker 50s.
– Asian Express Airline (Tajikistan)
– WOW (Islanda)
– Aerolíneas de Antioquía (Colombia). Era attiva con un Dornier 328-100.
– Fly Jamaica Airways (Giamaica). Dotata di un solo aeromobile che seviva USA e Canada da Giamaica e Guyana
– Air Philip (Corea del Sud). Operava con alcuni ERJ145s nella regione di Muan.
– Jet Airways (India). La più grande compagnia tra quelle dell’elenco.
– Wisdom Airways (Tailandia). Attiva con Cessna Caravans nei pressi di Chiang Mai.
– Avianca Brasil. La filiale brasiliana del vettore colombiano ha smesso di operare lo scorso maggio.
– Avianca Argentina. A giugno ha annunciato uno stop di 180 giorni.
– Al Naser Wings Airlines (Iraq). Operava un Boeing 737-200 nei collegamenti tra Iraq e Siria.
– Aigle Azur (Francia). Offriva collegamenti verso il Nord Africa.
– XL Airways (Francia). Low cost dotata di 4 A330.
– Thomas Cook (Regno Unito). Operatore dell’industria turistica, insieme alle varie controllate disponeva di oltre 100 aerei.
– Adria (Slovenia). Ultimamente focalizzata su servizi ACMI, aveva una flotta di 20 mezzi tra cui A319s, CRJs e Saab 2000.
– Peruvian Airlines (Perù). Operatore locale dotato di Boeing 737 Classics.
– New Gen Airways (Tailandia). Aveva 11 Boeing 737s, che utilizzava tra Tailandia e Cina
– Via Airlines (USA). Attiva nel Sud Est degli Stati Uniti, gestiva 6 Embraer ERJ-145.
– TAM Bolivia. Attiva nelle aree rurali del paese, dotata di una flotta di circa 20 mezzi.
– Taron Avia (Armenia). Forzata alla chiusura dopo alcune ispezioni non passate.
– Astra (Grecia). Di base a Salonicco, operava 3 ATR e un BAe 146.
Consulta la lista sul sito di Allplane
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