Allo studio un nuovo piano per la logistica attorno all’aeroporto di Brescia
La crescita dell’aeroporto Brescia – Montichiari nel cargo richiede che sia ridefinito il Piano Territoriale Regionale d’Area (strumento che vincola le attività di sviluppo nella zona) approvato nel 2011, in modo che le (crescenti) esigenze logistiche dello scalo possano essere valutate e ‘governate’ nel loro insieme. Così la pensano i diversi enti territoriali coinvolti dall’attività […]
La crescita dell’aeroporto Brescia – Montichiari nel cargo richiede che sia ridefinito il Piano Territoriale Regionale d’Area (strumento che vincola le attività di sviluppo nella zona) approvato nel 2011, in modo che le (crescenti) esigenze logistiche dello scalo possano essere valutate e ‘governate’ nel loro insieme.
Così la pensano i diversi enti territoriali coinvolti dall’attività del D’Annunzio – Regione, Provincia e vari Comuni – che si sono riuniti per iniziare a discutere di un aggiornamento del documento. A dare conto dell’incontro è Il Giornale di Brescia, che riferisce anche di “una decina di richieste” arrivate ai sindaci della zona per l’insediamento di nuovi magazzini o simili.
Tra queste vengono citate quelle di Valsir (azienda che produce tubi di scarico civili ed industriali, parte del gruppo Fondital) che ha rilevato “l’area ex Sei (400milamq) di Ghedi per farne (anche) il nuovo magazzino centralizzato”, l’acquisizione di un’area da 51mila metri quadrati a Montichiari da destinare a uso logistico da parte di un “fondo asiatico”, la realizzazione di una piattaforma logistica nell’area ex Stadium di Castenedolo da parte di Gse.
Come racconta ancora la testata bresciana, l’incontro tra i vertici locali si è chiuso con l’istituzione di un “gruppo di lavoro tra Comuni e Provincia, con la partecipazione dello Ster regionale” (la sede territoriale della Regione Lombardia, ndr)”. Tra i suoi obiettivi quello di individuare le aree dell’attuale Ptra che possano rispondere alle richieste di insediamento ricevute, non però in un’ottica di singolo comune bensì “dentro una pianificazione condivisa”. Altri nodi da sciogliere riguardano il bilanciamento delle nuove esigenze logistiche con la legge 31 del 2014 della Regione Lombardia sul consumo di suolo e le eventuali compensazioni ambientali che dovranno fare da contraltare agli insediamenti.