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“Al Mims la proposta di realizzare la Cargo City al Terminal 2”
Secca bocciatura della proposta di compensazione avanzata da Sea ed Enac, la prima anche accusata di una gestione “sprecona e irrazionale degli spazi del sedime aeroportuale”. Questa la posizione presa da Onlit (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti), sullo sviluppo della Cargo City di Malpensa così come prospettato nel Masterplan 2025 e sugli ultimi passaggi […]
Secca bocciatura della proposta di compensazione avanzata da Sea ed Enac, la prima anche accusata di una gestione “sprecona e irrazionale degli spazi del sedime aeroportuale”.
Questa la posizione presa da Onlit (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti), sullo sviluppo della Cargo City di Malpensa così come prospettato nel Masterplan 2025 e sugli ultimi passaggi del dibattito pubblico che ha generato.
Guidato da Dario Balotta, l’osservatorio è salito alla ribalta nelle scorse settimane per avere avanzato la controproposta di realizzare l’ampliamento dell’area merci dello scalo varesino laddove ora sorge l’inutilizzato terminal 2. Controproposta che, annuncia ora, verrà “formalizzata al Mims (Ministero Infrastrutture e Mobilità Sostenibile)”, nonostante secondo Sea ed Enac l’utilizzo di questa area non garantirebbe la sicurezza aeroportuale. Secondo lo stesso Onlit, questa critica non avrebbe valore considerato che fino al 2019 al T2 c’era un traffico di 6 milioni di passeggeri/anno e che le piazzole di sosta utilizzate all’epoca da Easy Jet sono ora al servizio delle attività di Dhl (cui Sea avrebbe anzi fatto “ponti d’oro” perché le occupasse).
Più in generale, secondo l’osservatorio fondato e guidato da Dario Balotta, la gestione Sea dello scalo di Malpensa sarebbe inefficiente considerato che, considerata la disponibilità di 1.246 ettari di sedime aeroportuale, l’utilizzo per ettaro è di “sole 24.413 unità di traffico (somma di passeggeri e merci)”, mentre a Orio al Serio, esteso su 291 ettari, il rapporto è quasi triplo (85.567 unità di traffico per ettaro). In aggiunta, Onlit invita anche a valutare il ruolo nel cargo assunto da Montichiari, scalo caratterizzato da uno “spazio enorme”, fino a chiamare in causa “la programmazione regionale che in questi anni ha fatto solo da passacarte delle decisioni di Sea e di Enac ai danni del territorio”.