Allo studio un “Patto per la logistica” fra Confindustria, Confcommercio e Confetra per il ministro Toninelli
Milano – Confetra, la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, attraverso il suo presidente Nereo Marcucci, dal palco dell’assemblea degli spedizionieri e trasportatori lombardi riuniti in Alsea, ha lanciato la proposta di presentare al nuovo esecutivo e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, una lista di priorità condivisa con Confindustria […]
Milano – Confetra, la Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica, attraverso il suo presidente Nereo Marcucci, dal palco dell’assemblea degli spedizionieri e trasportatori lombardi riuniti in Alsea, ha lanciato la proposta di presentare al nuovo esecutivo e al ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Danilo Toninelli, una lista di priorità condivisa con Confindustria e con Confcommercio. Un elenco di priorità che l’esecutivo dovrebbe affrontare durante la legislatura appena partita.
Marcucci ha parlato di un position paper sulle questioni più e meno urgenti da affrontare in materia di logistica: “Si tratta di fare le opere utili e stabilire le priorità. Confindustria dovrebbe preoccuparsi delle sfide che nei prossimi anni interesseranno la logistica dei prodotti italiani perché è una questione di competitività e di sopravvivenza del sistema manifatturiero italiano. In questo momento serve grande unità fra le imprese”. Secondo il numero uno di Confetra “ci sono cose da correggere e altre da continuare”, ma “è importante che venga portato avanti il lavoro fatto negli ultimi anni”.
A proposito delle nuove sfide da affrontare (fra queste il gigantismo navale, le nuove infrastrutture terrestri e la nascita di ipotetiche nuove rotte commerciali come il passaggio a nord-est), il presidente di Confetra ha sottolineato che le dinamiche attuali richiedono “riflessioni a livello europeo, non solo nazionale perché – ha aggiunto – l’Italia non è un paese da colonizzare e non è possibile che la politica portuale venga fatta da un ristretto gruppo di compagnie di navigazione”. Il riferimento è in particolare ai nuovi onerosi investimenti che pubblico e privato hanno dovuto sostenere negli ultimi anni (pescaggi, nuovi terminal container e nuove gru) per rendere alcuni porti italiani in grado di accogliere le navi portacontainer di dimensioni e di portata sempre maggiore.
Stesso discorso riguarda però gli aeroporti perché molte città in giro per l’Italia vorrebbero rilanciare i propri scali riconvertendoli al business cargo ma nel nostro paese sono già fin troppi gli scali attivi. Durante l’assemblea di Alsea il responsabile del mercato Western Europe per Lufthansa Cargo, Thomas Egenolf, ha detto chiaramente che “per attirare collegamenti di aerei cargo è necessaria una certa massa critica di merci” che una frammentazione in vari aeroporti invece impedirebbe di ottenere. Secondo Egenolf i tre ingredienti per migliorare ulteriormente il trasporto aereo merci in Italia sono tre: “Un’elevata massa critica di merci, una produzione e un’operatività efficiente e il fare sistema fra i vari attori della catena logistica”.
Nicola Capuzzo