Alsea si appella al Ministero della Salute per velocizzare i controlli alle merci in importazione
“I controlli per tutelare la salute pubblica sono essenziali ed ogni Stato dovrebbe considerarli prioritari per la tutela dei cittadini, garantendo che gli uffici preposti siano strutturati e forniti di ogni strumento necessario per svolgere al meglio la loro funzione. Questa la teoria perché nella pratica da diverso tempo ciò non sta avvenendo, almeno per […]
“I controlli per tutelare la salute pubblica sono essenziali ed ogni Stato dovrebbe considerarli prioritari per la tutela dei cittadini, garantendo che gli uffici preposti siano strutturati e forniti di ogni strumento necessario per svolgere al meglio la loro funzione. Questa la teoria perché nella pratica da diverso tempo ciò non sta avvenendo, almeno per quanto riguarda gli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera (Usmaf) in Lombardia”. Inizia così la nota con cui Alsea, Associazione lombarda spedizionieri e autotrasportatori, alza la voce per lamentarsi contro i disservizi procurati al ciclo delle importazioni dalla lentezza dei controlli alla merce negli aeroporti regionali e in particolare a Malpensa.
“Non che non si realizzino i controlli ma è evidente che per garantire il bene primario (la salute umana con controlli doverosamente accurati) si rallenta l’attività degli operatori. I traffici internazionali richiedono tempi rapidi, soprattutto quando si parla di spedizioni aeree” spiegano da Alsea. “Invece da ormai diversi mesi le merci che devono essere sottoposte a Nulla Osta Sanitario subiscono ritardi insostenibili, con tempi medi di attesa (per merce non deperibile) di circa 4 giorni. Ovviamente sempre che la merce non debba andare in verifica fisica, se no i tempi si allungano ulteriormente!”.
L’Associazione lombarda spedizionieri e autotrasportatori spiega che in Lombardia vengono gestiti oltre il 30% dei controlli sulle merci che entrano in Italia e per svolgere questa mole di lavoro l’Ufficio per la Lombardia conta su una forza lavoro di ben due medici e 6 tecnici.
A proposito di questa criticità la presidente di Alsea, Betty Schiavoni, afferma: “Abbiamo lamentato il disagio degli operatori agli uffici competenti sul territorio ma la risposta è stata, comprensibilmente, che con il personale che hanno a disposizione non riescono a fare di più. La nostra Confederazione (Confetra, ndr) si è allora rivolta al Ministero della Salute e anche in questo caso è stato risposto che non hanno personale. È una risposta inaccettabile. Basterebbero poche persone in Lombardia per superare il problema; come si fa a dire che non hanno risorse se ogni pratica che gli operatori presentano deve essere accompagnata da un pagamento di diverse decine di Euro? Paghiamo per un servizio (che già a nostro avviso non dovremmo pagare, poiché dovrebbe essere a carico della fiscalità generale) e in più riceviamo in cambio un disservizio che rischia di sottrarci traffici”.
Secondo Alsea la situazione è divenuta insostenibile, tanto che sono diversi gli operatori che stanno pensando di dirottare questi traffici su altri porti e aeroporti. “Come Alsea già nell’assemblea pubblica dello scorso anno lanciammo un allarme su questo tema, segnalando come bastasse una normale turnazione per ferie a ritardare la normale attività dell’Usmaf. Oggi la situazione invece di migliorare è peggiorata, tanto che i ritardi non sono più saltuari ma cronici” prosegue la nota dell’associazione, che poi conclude con un appello: “Chiediamo al Ministero della Salute di fare qualche cosa: dire che non hanno personale è una risposta inaccettabile. Abbiamo anche già scritto al nuovo Assessore Regionale Infrastrutture, Trasporti e Mobilità Sostenibile, Avv. Claudia Maria Terzi, affinché intervenga, garantendo la copertura delle criticità con alcuni distacchi dalle ASL. Certo sarebbe una soluzione tampone ma almeno supereremmo l’emergenza auspicando che nei prossimi mesi il nuovo Governo adotti i provvedimenti necessari per dotare del personale gli uffici lombardi”. In assenza di risposte e provvedimenti concreti il rischio è chiaro ed evidente: “L’Italia perderà questi traffici e il Nord Europa ringrazierà”.