Si complica la trattativa tra Mle (BCube) e sindacati a Malpensa
Secondo la Flai l’azienda non avrebbe riconosciuto i termini dell’accordo raggiunto due settimane fa
Si è chiuso con un nulla di fatto e un clima di tensione ancora alto l’incontro tra i sindacati di base e i rappresentanti di Mle-BCube nella palazzina Enac tenutosi dopo la firma, una dozzina di giorni fa, di un primo accordo tra le parti.
Il momento di confronto era stato messo in calendario proprio nell’ambito dell’intesa precedentemente raggiunta tra organizzazioni dei lavoratori e parte datoriale, la quale aveva portato al termine dello sciopero a oltranza che aveva bloccato per cinque giorni una buona parte delle attività della cargo city di Malpensa. Al centro del contendere, il raggiungimento di un accordo di secondo livello sulla falsariga di quello già stipulato con l’altro big dell’handling nello scalo, ovvero Alha. Secondo quanto emerso in quell’occasione, Mle Bcube e i sindacati di base avevano convenuto su alcuni punti (in particolare la revoca delle sanzioni disciplinari che l’azienda aveva disposto su alcuni lavoratori e l’aumento dei buoni pasto a 8 euro), con l’intenzione di approfondire altri temi nell’incontro successivo.
Così però non è stato. La Flai – riferisce Malpensa 24 –,convocata al tavolo insieme ai sindacati confederali, ha infatti ritenuto che “non ci fossero le condizioni” per proseguire il confronto, dato che Mle Bcube non si sarebbe resa disponibile a riconoscere “in tutte le sue articolazioni” l’intesa raggiunta il 13 febbraio, nonostante “la nota del Prefetto di Varese (che aveva mediato il raggiungimento dell’intesa, ndr) ne sanciva e sancisce la piena validità”. Sempre secondo il resoconto di Malpensa 24, i sindacati confederali si erano resi disponibili a proseguire il confronto con l’azienda ma, vista la situazione ancora critica, il prefetto di Varese Salvatore Pasquariello ha ritenuto più opportuno convocare ancora una volta Mle, Sea, Enac e le parti sociali per giovedì 29 febbraio.
Già dopo la firma del primo accordo non erano comunque mancate le scintille tra le parti. In particolare Mle aveva stigmatizzato le assenze per malattie che si erano registrate tra i suoi addetti nei giorni successivi allo sciopero, a suo dire pretestuose e ritenute una “estensione illecita delle azioni di protesta”. Accuse che i sindacati avevano rispedito al mittente ribandendo di non avere “mai utilizzato la malattia come strumento di lotta e conflitto” e ricordando che “le malattie vengono comunque certificate dai medici di base”.
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