La logistica ai tempi della sharing economy
La logistica svolgerà in futuro un ruolo sempre più importante nello sviluppo della sharing economy. Dhl Global Forwarding, attraverso il report Sharing Economy Logistics – Rethinking Logistics with access over ownership, si propone di indagare l’uso delle piattaforme digitali e dei modelli di business costruiti intorno al nuovo paradigma di condivisione di beni come importante […]
La logistica svolgerà in futuro un ruolo sempre più importante nello sviluppo della sharing economy. Dhl Global Forwarding, attraverso il report Sharing Economy Logistics – Rethinking Logistics with access over ownership, si propone di indagare l’uso delle piattaforme digitali e dei modelli di business costruiti intorno al nuovo paradigma di condivisione di beni come importante opportunità futura per l’industria logistica.
Un cambio di paradigma guidato dai Millennial
Per molti anni, le attività hanno funzionato in base a una logica lineare: i produttori producono, i distributori distribuiscono e i clienti acquistano, possedendo i beni per tutta la loro vita utile. Questo paradigma sta però cambiando: a partire dal 2008, le persone hanno iniziato a sostenere un nuovo modello di consumo, in cui è preferibile l’accesso temporaneo a beni e servizi rispetto alla proprietà effettiva. Una nuova generazione di aziende guidate da nativi digitali, che si trovano alla guida di grandi sistemi di approvvigionamento pur possedendo solo l’interfaccia utente mobile, stanno guidando questo significativo cambiamento di valore.
La generazione dei consumatori Millennial (individui nati tra i primi anni ’80 e la metà degli anni ’90) è quella più attivamente impegnata nella sharing economy. Un sondaggio di Nielsen a livello globale mostra che i Millennial costituiscono anche la fetta più grande di utilizzatori passivi della sharing economy (al 35%): i loro modelli di consumo indicano una minore preferenza per i beni fisici e suggeriscono una maggiore preferenza per le esperienze che offrono un senso comune di appartenenza.
L’utente medio di smartphone, in generale, dispone di 27 applicazioni installate sul proprio smartphone, con alcuni paesi come la Svezia, la Svizzera e la Corea del Sud che raggiungono una media di quasi 40 app per smartphone: tutto ciò da moltiplicare su un bacino d’utenza di circa 3 miliardi di smartphone a livello globale.
“Il concetto di condivisione non è nuovo, ma oggi le persone possono condividere risorse e utilizzare i servizi di condivisione attraverso strumenti tecnologici che si diffondono in modo esponenziale. Il cambio di paradigma è iniziato con beni di alto valore come stanze in affitto e automobili, ma il concetto sottostante può via via essere applicato a quasi tutto” afferma Mario Zini, Country Manager Italia di Dhl Global Forwarding. “I fornitori logistici possono trarre vantaggio dalla condivisione delle proprie risorse, ma anche sfruttare questi sviluppi attraverso un utilizzo più conveniente dello spazio di magazzino, di metodi di trasporto e metodi di consegna più efficienti o di modelli flessibili di lavoro. Fondamentale è però garantire responsabilità e trasparenza: poiché spesso gli sviluppi tecnologici viaggiano più veloci di quelli normativi, aziende e autorità devono lavorare insieme per tutelare diritti e garanzie”.
Crescita e vantaggi della sharing economy
Nella sharing economy, gli utenti – individui o organizzazioni – hanno accesso temporaneo a un bene, servizio o abilità di qualcun altro e che altrimenti sarebbero inutilizzati. Non solo questo massimizza il rendimento degli investimenti attraverso un maggiore utilizzo, ma produce anche un nuovo flusso di entrate sotto forma di canoni di locazione per il proprietario del bene. La condivisione è inoltre un bene per l’ambiente poiché porta a produrre meno risorse che vengono utilizzate più spesso.
Tradizionale | Sharing Economy | |
Modello di Business | Lineare | Basato sul network |
Struttura degli asset | Asset pesanti | Asset leggeri |
Competenze principali | Specifici per industria/verticali | Software |
Focus aziendale | Performance operative | Customer experience |
Forza lavoro | Fissa | On-demand |
PricewaterhouseCoopers ha individuato i cinque settori chiave di condivisione con un potenziale di crescita elevato – viaggi, auto, finanza, staff di lavoro e contenuti multimediali in streaming – e stima che questi settori, da soli, aumenteranno la portata della sharing economy negli Stati Uniti dai 15 miliardi di dollari nel 2014 a 335 miliardi di dollari nel 2025. Anche la Cina sta guidando la rivoluzione della sharing economy, con stime che indicano circa 50 milioni di lavoratori in questo settore che servono oltre 500 milioni di consumatori.
Ripensare la logistica nell’epoca della sharing economy
La condivisione non è nuova per la logistica. Ai suoi esordi, Dhl fu infatti pioniera di una forma precoce di ‘crowdsourcing’, attraverso l’offerta di biglietti aerei gratuiti per i viaggiatori privati disposti a trasportare documenti di spedizione specifici in cambio della rinuncia al loro bagaglio: consegnando la fattura originale dei documenti di imbarco via aereo prima che i contenitori arrivassero a destinazione via nave, il servizio innovativo di Dhl ha incoraggiato il processo di sdoganamento.
Oggi, l’enorme diffusione delle piattaforme di condivisione digitale e l’accesso di massa a risorse già esistenti sta ridefinendo il concetto di “condivisione” e riformulando il futuro della logistica. La condivisione di spazio di stoccaggio, capacità di trasporto, dati operativi e risorse umane sono solo alcuni degli esempi per cui la sharing economy potrebbe essere efficacemente impiegata nella logistica.
- Condivisione dei magazzini – I magazzini multi-cliente consentono ai fornitori di logistica di terzi di ottenere preziose ottimizzazioni: operando in un solo sito (invece di due o più siti della stessa area), il fornitore di logistica può utilizzare meno risorse per soddisfare le esigenze di diversi clienti. Ad oggi l’allocazione dello spazio nei magazzini multi-cliente è generalmente inflessibile: viene assegnata una quantità fissa di spazio per un determinato periodo di tempo, spesso senza considerare l’utilizzo effettivo. Un nuovo concetto di magazzinaggio condiviso permette invece l’allocazione della capacità di magazzino in eccesso su una piattaforma di condivisione digitale e la possibilità di fatturazione dello spazio a pagamento per singolo utilizzo.
- Condivisione di spazi privati – L’urban discreet warehousing è un nuovo concetto di condivisione dello spazio personale nelle case cittadine, negli uffici, nei garage e nelle case in affitto non occupate tramite una piattaforma mobile e web. Ciò permetterebbe di affrontare la mancanza di spazio di immagazzinaggio nelle aree urbane monetizzando lo spazio privato inutilizzato con una struttura di pagamento basata sull’utilizzo.
- Condivisione degli asset pesanti – Gli operatori della logistica possono sfruttare modelli di business incentrati sulla condivisione per ottimizzare l’utilizzo degli asset pesanti e produrre nuovi flussi di entrate provenienti dalle locazioni. Nell’industria delle costruzioni, ad esempio, attrezzature pesanti come bulldozer, ruspe ed escavatori non vengono utilizzati per circa il 70% del tempo. All’interno di ogni magazzino logistico c’è una flotta dedicata di carrelli elevatori e complessi mezzi di movimentazione dei materiali pronti per essere utilizzati dagli operatori logistici. A meno che non si tratti di un magazzino con funzionamento a 3 turni, 24 ore su 24, queste flotte si fermano uno o due turni al giorno, così come interi fine settimana: durante queste ore potrebbero essere ‘condivisi’ e affittati con altre realtà che li utilizzano.
Leggi la versione integrale del report “Sharing Economy Logistics – Rethinking Logistics with access over ownership” di Dhl Trend Research