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Primo contratto di espansione nelle spedizioni in Italia
L’Ufficio Sindacale di Fedespedi (Federazione nazionale spedizionieri merci) e Alsea (Associazione Lombarda Spedizionieri ed Autotrasportatori), tramite la Responsabile delle relazioni industriali, l’avv. Laura Potì, ha recentemente assistito un’azienda associata nella procedura governativa finalizzata alla stipula del cosiddetto ‘Contratto di espansione’, strumento normativo volto alla gestione dei cambiamenti organizzativi e delle trasformazioni aziendali, originariamente introdotto dal DL […]
L’Ufficio Sindacale di Fedespedi (Federazione nazionale spedizionieri merci) e Alsea (Associazione Lombarda Spedizionieri ed Autotrasportatori), tramite la Responsabile delle relazioni industriali, l’avv. Laura Potì, ha recentemente assistito un’azienda associata nella procedura governativa finalizzata alla stipula del cosiddetto ‘Contratto di espansione’, strumento normativo volto alla gestione dei cambiamenti organizzativi e delle trasformazioni aziendali, originariamente introdotto dal DL 34/2019 per il biennio 2019-2020, successivamente prorogato per il 2021 e, tramite la Legge di Bilancio per il 2022, fino alla fine del 2023.
Lo hanno annunciato le stesse associazioni precisando che si tratta del primo contratto di espansione siglato dal nostro sistema associativo grazie al lavoro congiunto dell’azienda in questione (il cui nome non è stato reso pubblico), del Ministero del Lavoro e delle organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
Una nota di Fedespedi e Alsea ricorda che “tale contratto è accessibile da parte di tutte le aziende con organico superiore a 50 unità, richiede una procedura di consultazione sindacale e la stipula in sede governativa con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e i rappresentanti sindacali dell’azienda o le associazioni sindacali più rappresentative sul piano nazionale ed è finalizzato ad incentivare il ricambio generazionale nelle aziende e la riqualificazione del personale mediante quattro strumenti: 1) uno scivolo pensionistico, destinato ai lavoratori che si trovano a non più di 5 anni dall’orizzonte della pensione; 2) un piano di formazione e riqualificazione delle competenze professionali dei dipendenti; 3) un programma di assunzioni per agevolare il turn-over generazionale e di competenze; 4) un ammortizzatore straordinario per attenuare gli effetti dei cambiamenti organizzativi.”