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Per la privatizzazione di Ita partner europeo e Opv o trattativa diretta
Sono diversi i punti di interesse del Dpcm che stabilisce i criteri per la privatizzazione di Ita Airways, pubblicato nei giorni scorsi da diverse testate italiane. Quello che ha ricevuto maggiore attenzione riguarda la definizione dei potenziali nuovi soci della compagnia. Il decreto richiama infatti esplicitamente il piano industriale del vettore rispetto alla volontà di […]
Sono diversi i punti di interesse del Dpcm che stabilisce i criteri per la privatizzazione di Ita Airways, pubblicato nei giorni scorsi da diverse testate italiane.
Quello che ha ricevuto maggiore attenzione riguarda la definizione dei potenziali nuovi soci della compagnia. Il decreto richiama infatti esplicitamente il piano industriale del vettore rispetto alla volontà di concludere “partnership e integrazioni con soggetti europei nel quadro di alleanze globali”.
Una formula che sembra aprire da un lato a Msc (la quale, con la sua sede in Svizzera, è appunto una società europea benché non comunitaria) e dall’altro chiudere alla partecipazione alla procedura della statunitense Delta, possibilità emersa tra i vari rumours delle scorse settimane.
Il testo fissa inoltre le due modalità per la stessa privatizzazione: offerta pubblica di vendita o trattativa diretta, anche in quest’ultimo caso però da realizzare “attraverso procedure competitive trasparenti e non discriminatorie”. Nel caso della Opv, viene chiarito che questa sarà rivolta al “pubblico dei risparmiatori in Italia, inclusi i dipendenti di Ita Spa e sue controllate e/o investitori istituzionali italiani e internazionali”. In particolare potranno essere previste forme di incentivazioni per i dipendenti, “in termini di quote dell’offerta riservate e/o di prezzo e/o di modalità di finanziamento”.
L’iter, stabilisce inoltre il Dpcm, potrà avvenire “anche in più fasi, attraverso il ricorso, singolo o congiunto”. Da evidenziare anche che il decreto specifica che il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che attualmente detiene il 100% delle 720mila azioni ordinarie, manterrà una quota di minoranza e attraverso “appropriati accordi di governance” verificherà che siano perseguiti gli obiettivi indicati nello stesso documento per la società.
Oltre allo scopo primario della procedura, cioè di individuare dei partner per “lo sviluppo sui mercati strategici e sul lungo raggio”, l’iter dovrà infatti assicurare “la stabilità dell’assetto proprietario, la dimensione industriale dell’integrazione, la valorizzazione degli hub nazionali” nonché “le prospettive occupazionali”.