Lo spedizioniere Amazon allarga la sua offerta in Asia
Amazon starebbe espandendo l’attività di spedizioniere – che oggi offre tramite il servizio Amazon Global Logistics (Agl) – aumentando la copertura dal punto di vista geografico e sfruttando a suo favore il particolare contesto di mercato. A riferirlo è AirCargoNews, che cita come fonte un report pubblicato dalla tedesca Handelsblatt. Secondo la testata britannica, ad […]
Amazon starebbe espandendo l’attività di spedizioniere – che oggi offre tramite il servizio Amazon Global Logistics (Agl) – aumentando la copertura dal punto di vista geografico e sfruttando a suo favore il particolare contesto di mercato.
A riferirlo è AirCargoNews, che cita come fonte un report pubblicato dalla tedesca Handelsblatt.
Secondo la testata britannica, ad oggi Agl offre spedizioni – per via marittima o aerea – dalla Cina continentale e da Hong Kong verso centri di distribuzione di Stati Uniti, Regno Unito, Unione Europea e Giappone. La sua proposta comprende spedizioni marittime di tipo Flc o Lcl, aeree, servizi di consegna door to door, nonché di pallettizzazione, etichettatura, assicurazione e per la gestione delle pratiche doganali.
In ambito aereo sono inoltre offerti servizi di charter con transit time di sette giorni dall’origine al centro di distribuzione.
Stando alla ricostruzione di Handelsblatt, l’azienda statunitense starebbe ora espandendosi sul mercato tramite politiche di prezzo piuttosto aggressive.
Grazie alla sigla di contratti di lungo periodo (a tariffe più vantaggiose), il gruppo di Seattle – scrive AirCargoNews – in ambito marittimo starebbe proponendo sconti dell’8% sui trasporti marittimi di container per i primi 60 giorni dopo l’adesione.
Il piano di Amazon prevederebbe inoltre una espansione della sua offerta in senso geografico, con un aumento cioè della copertura ad altri paesi d’origine quali India, Vietnam e Thailandia.
Infine, cosa ancora più interessante, secondo Handelblatt l’azienda avrebbe offerto ai suoi retailer la possibilità di ritirare per conto loro la merce all’estero direttamente dai siti produttivi, anche nel caso in cui questi siano ad esempio in “regioni remote della Cina”.
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