Lazzerini: “Ecco come e perché Alitalia punterà sul cargo”
L’amministratore delegato di Alitalia, e prossimo vertice della nuova Italia Trasporto Aereo, Fabio Lazzerini, è intervenuto in occasione della presentazione del secondo studio sul Cargo aereo in Italia per raccontare cosa la compagnia di bandiera intende fare per offrire al mercato delle merci un servizio migliore. Nel suo intervento Lazzerini è partito dicendo: “Stiamo cercando […]
L’amministratore delegato di Alitalia, e prossimo vertice della nuova Italia Trasporto Aereo, Fabio Lazzerini, è intervenuto in occasione della presentazione del secondo studio sul Cargo aereo in Italia per raccontare cosa la compagnia di bandiera intende fare per offrire al mercato delle merci un servizio migliore.
Nel suo intervento Lazzerini è partito dicendo: “Stiamo cercando di creare un’azienda nuova, che diventi un soggetto attivo e possibilmente leader nel mercato del trasporto aereo. Un paio di dati dicono bene quale sia la situazione del nostro mercato che si riflette sui passeggeri ma ovviamente anche sul mondo cargo: in un ano normale, prendiamo il 2019, noi come Alitalia abbiamo il 76% dei sedili sul mercato domestico e soltanto il 24% che serve il mercato internazionale e intercontinentale. L’altro dato è il dato dei collegamenti diretti intercontinentali: in Italia (non la Alitalia) per ogni 100 passeggeri che possono prendere un volo intercontinentale diretto ce ne sono 62 che devono andare su un hub estero (europeo tipicamente), mentre negli altri Paesi questa percentuale è decisamente sotto il 100. Quindi una volta soddisfatta tutta la domanda locale per collegamenti intercontinentali rimane dal 30 al 40% di posti disponibili per i mercati limitrofi o comunque europei. Questo è uno dei problemi strutturali che scontate anche voi del mondo cargo. Cioè un aeroporto come Francoforte beneficia di una compagnia che collega veramente qualsiasi angolo del mondo e lo stesso succede negli aeroporti principali dei grossi vettori europei”.
L’a.d. della nuova Italia Trasporto Aereo ha poi aggiunto che l’emergenza pandemica in atto sta creando dei disastri incalcolabili ed epocali ma presenta anche delle opportunità. “Per il nostro Paese è quello di fare una compagnia aerea che parte più o meno da zero” ha detto. “Parte in un momento in cui il mercato è fondamentalmente fermo. Abbiamo la possibilità dunque di ridisegnare la compagnia che vogliamo fra 5 anni, che ha bisogno di ribaltare la proporzione fra lungo raggio e corto raggio, sia perché c’è la domanda, sia perché per noi è anche il modo di spostarci dalla concorrenza principale sul medio e breve raggio rappresentata da compagnie low cost, treno ad alta velocità, ecc. Tra 5 anni noi dovremo avere una compagnia che avrà una pesante proporzione di voli di lungo raggio. Dovremo sapere bilanciare e guardare bene dove vogliamo arrivare. Di collegamenti intercontinentali ne ha bisogno il mondo dell’imprenditoria, chi esporta ed importa e anche il mondo del turismo”.
Entrando ancor più nello specifico della propria divisione dedicata alle spedizioni di merci Lazzerini ha ricordato che Alitalia Cargo, “con il nostro team guidato da Antonio Temporini, ha lavorato quest’anno da febbraio ad aprile, e anche dopo, per essere l’asse portante di un Paese che era totalmente chiuso. Asse portante per l’emergenza medica, sanitaria, ma anche per l’esigenze di vita quotidiana delle famiglie che avevano necessità di ricevere prodotti di uso quotidiano nelle proprie case o nei supermercati. Per noi l’importanza del cargo è chiara già da un po’ di tempo. Io sono arrivato in Alitalia tre anni fa e con Temporini abbiamo di fatto fin da subito creato una startup per riportare il cargo interamente all’interno di un vettore che l’aveva lasciato andare”.
La consapevolezza sull’importanza del trasporto aereo merci in Italia trae origine da alcuni trend evidenti sul mercato: “Sappiamo l’importanza di questo settore in questa fase storica e diventa ancora maggiore se si pensa all’esplosione dell’ecommerce che ormai è diventata evidente anche in un comparto che aveva approcciato questo settore con un po’ di attenzione verso il mercato italiano. L’Italia ripartirà dai suoi asset principali che sono prodotti a valore aggiunto, prodotti che si sposano perfettamente con il comparto del cargo aereo”. Fra questi, come spiegato dallo studio condotto per conto del Cluster cargo aereo, la meccanica, l’automotive, il pharma, il fashion e in futuro sempre di più anche l’alimentare.
“Dunque nei piani di Alitalia, che non vi posso illustrare perché semplicemente dobbiamo ancora iniziare a fare il piano industriale (la nuova società dovrebbe essere costituita questa settimana o al massimo la prossima), il cargo è parte integrante e strategica della Alitalia che stiamo pensando” ha concluso il manager. “Abbinata ai collegamenti fondamentali che sono fondamentali per riuscire ad accompagnare il settore a una crescita che possa consentirci di mantenere il più possibile le merci trasportate direttamente dal nostro Paese senza passare da altri hub europei”.
Alla richiesta di Andrea Cappa, segretario generale di Anama, di un confronto non appena elaborato il piano della nuova Alitalia, l’a.d. della compagnia ha rivolto un invito a partecipare in qualche modo alla redazione del nuovo business plan. “Il piano industriale lo faremo con un management dell’azienda che allestiremo nei prossimi giorni e utilizzando advisor di vario tipo. Io però ci tengo molto che sia un piano partecipato e nel nostro team cargo guidato da Antonio Temporini ci sono conoscenze estremamente approfondite e importanti” sono state le parole di Lazzerini. “Nella preparazione del piano cargo cercheremo anche, qualora voi abbiate voglia e ci diate la possibilità di farlo, anche di coinvolgervi non dopo averlo preparato ma di avere un’interazione che ci consenta di costruire un piano industriale che viene visto dagli stakeholder esterni come un piano che ha senso per un settore che ognuno di noi rappresenta. Per cui il vostro è un invito che anticiperemo a prima che il piano sia pronto”.
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