Un miliardo per rilanciare la nuova Alitalia
Sul piano di salvataggio e rilancio di Alitalia iniziano a emergere i primi numeri sul denaro che i partner industriali, in primis le Ferrovie dello Stato Italiane e il ministero dell’Economia, dovranno mettere sul piatto per la compagnia aerea. Le informazioni sono state pubblicate da Bloomberg secondo cui Delta Airlines e EasyJet stanno valutando un […]
Sul piano di salvataggio e rilancio di
Alitalia iniziano a emergere i primi numeri sul denaro che i partner
industriali, in primis le Ferrovie dello Stato Italiane e il ministero dell’Economia, dovranno mettere
sul piatto per la compagnia aerea. Le informazioni sono state pubblicate da
Bloomberg secondo cui Delta Airlines e EasyJet stanno valutando un investimento
congiunto in Alitalia fino a 400 milioni di euro.
Secondo le fonti citate sul sito
dell’agenzia di stampa statunitense, sarebbe in esame complessivamente un’iniezione
di capitale da circa 1 miliardo di euro. Il piano, che sarà discusso in
settimana con Delta e Easyjet, potrebbe essere finalizzato già entro fine
febbraio e il suo nucleo sarebbe la costituzione di una nuova società seguito
della procedura fallimentare iniziata nel 2017. Alle compagnie straniere
potrebbe andare fino al 40% della nuova società.
Nei giorni scorsi il ministro per lo
sviluppo economico, Luigi Di Maio, durante un
incontro con i sindacati dei lavoratori ha annunciato che il 31 marzo sarà il
termine ultimo per le Fs per la presentazione del piano industriale della nuova
Alitalia.
Il progetto di Delta, sempre considerato in pole position, punterebbe ad un’Alitalia un po’ più piccola, con una riduzione degli aeromobili da 118 a 110 e una forza lavoro di 9-10 mila lavoratori (e conseguenti 2-3 mila esuberi). L’intenzione degli americani sarebbe di entrare nella newco con il 20%, affiancati da EasyJet con un altro 20%. Il governo, invece, potrebbe convertire in equity il prestito ponte e, secondo le indicazioni emerse nei giorni scorsi, potrebbe alla fine avere una quota tra il 14 e il 15%, una partecipazione analoga a quella che il governo francese ha in Air France. Nella compagine, insieme a Fs e al Ministero dell’economia, si sta lavorando anche a coinvolgere altre partecipate pubbliche, tra cui si ipotizza Poste.
Finisce
sempre più nell’angolo, invece, Lufthansa che pur non avendo mai presentato un’offerta
formale, è rispuntata più volte in questi mesi, sia con esplicite dichiarazioni
di interesse, sia tirata in ballo dalla politica (soprattutto dalla Lega): nel
progetto tedesco 3 mila esuberi, una flotta ridimensionata a 70 aerei, ma
soprattutto l’indisponibilità a sedersi accanto al Governo italiano.