Cosa chiede Confindustria per sviluppare il cargo aereo in Italia
Presentato a Roma un ampio documento (63 pagine) ricco di proposte per un “sistema logistico moderno” che sia “un fattore di competitività per il settore manifatturiero”
“Nel settore del trasporto aereo delle merci, la strategia nazionale dovrebbe puntare a garantire livelli competitivi con i principali aeroporti europei, tramite la semplificazione delle procedure doganali, la digitalizzazione dei sistemi logistici aeroportuali e l’efficace integrazione degli aeroporti con le altre reti di trasporto (sviluppo di cargo city aeroportuali).”
Questi, in sintesi, il pensiero e i desiderata di Confindustria in materia di cargo aereo contenuti all’interno del documento presentato a Roma in viale dell’Astronomia dove, in 63 pagine (qui il documento), l’associazione degli industriali ha condensato le sue proposte per un “sistema logistico moderno” che sia “un fattore di competitività per il settore manifatturiero”.
Di seguito il capitolo integrale dedicato al trasporto aereo merci:
“Il cargo aereo, che rispetto al comparto passeggeri ha risentito in misura minore del contraccolpo dello shock pandemico, è stato il primo segmento a recuperare i livelli di traffico del 2019. L’Italia sconta tuttavia un gap significativo rispetto ai principali peer, occupando il 7°posto in Europa per volumi di merce trasportata, con una quota pari al 6% dei volumi, contro il 28% della Germania e il 12% di Francia e Regno Unito. Risulta quindi fondamentale individuare le misure più adeguate per colmare detto divario e concretizzare le potenzialità di sviluppo del settore, stante il ruolo che lo stesso riveste non solo per l’accesso ai mercati esteri da parte delle imprese italiane in termini di export ma anche per la qualifica dell’Italia come hub di ingresso per l’Europa dai mercati extracomunitari.
Tale strategia dovrebbe puntare sulla capacità di attrarre traffici da/per gli aeroporti italiani non solo dai Paesi limitrofi, ma anche di “riportare a casa” una parte della merce che oggi transita in altri aeroporti europei attraverso il cd. “aviocamionato”, stimato in oltre 300.000 tonnellate annue, pari a circa il 30% dei volumi complessivi gestiti dagli aeroporti italiani. Trattasi di merce con origine/destinazione l’Italia, che percorre via camion il tragitto tra gli scali nazionali e gli hub cargo europei, per poi essere smistata in tutto il mondo per via aerea.
Qualche anno fa Confindustria, assieme a tutti i principali attori della filiera, ha contributo alla stesura del Position Paper redatto dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti recante “Azioni per il rilancio del cargo aereo”, nel quale sono state individuate le principali linee di azione per lo sviluppo del cargo aereo in Italia, tra cui:
- la semplificazione delle procedure di sdoganamento, attraverso l’implementazione dello sportello unico doganale, il potenziamento degli uffici per i controlli fitosanitari e l’estensione della pre-clearance;
- la digitalizzazione dei sistemi logistici aeroportuali che, grazie a soluzioni tecnologiche innovative, consentirà di efficientare il sistema, limitare l’impatto ambientale, assicurare una movimentazione delle merci quanto più possibile fluida e priva di “colli di bottiglia”, ridurre i tempi del processo logistico e garantire una maggiore tracciabilità delle merci;
- l’integrazione tra tutte le reti di trasporto nazionali per il trasporto delle merci, grazie alla realizzazione degli interventi infrastrutturali di accesso agli aeroporti e al potenziamento di nuove connessioni con aeroporti e terminali, al fine di assicurare una concreta integrazione tra gli scali e le altre reti di trasporto del nostro Paese.
Cruciale, infine, che tutte le Amministrazioni coinvolte non ostacolino lo sviluppo delle cargo city aeroportuali, strutture strategiche per l’economia del Paese che, supportando la logistica e i comparti produttivi e distributivi, garantiscono la competitività dell’industria italiana sui mercati internazionali. In tal senso, significativi sono gli investimenti che gli aeroporti hanno pianificato per i prossimi anni, che ammontano complessivamente a quasi 90 milioni di euro, finanziati interamente con risorse proprie delle società di gestione.”
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