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Nel 2022 oltre 200 Mld $ di ricavi dal cargo per le compagnie aeree
Nel 2022 il segmento cargo porterà alle compagnie aeree globali ricavi per 201,4 miliardi di dollari (su un totale di 727), più che raddoppiando il dato del 2019 (100,8 miliardi di dollari). Nel 2023 si assisterà però a un calo del fatturato derivante dall’attività di trasporto merci, che si assesterà sui 149,4 miliardi, ovvero 52 […]
Nel 2022 il segmento cargo porterà alle compagnie aeree globali ricavi per 201,4 miliardi di dollari (su un totale di 727), più che raddoppiando il dato del 2019 (100,8 miliardi di dollari). Nel 2023 si assisterà però a un calo del fatturato derivante dall’attività di trasporto merci, che si assesterà sui 149,4 miliardi, ovvero 52 in meno rispetto a quest’anno ma ancora 48,6 in più rispetto al 2019. Parallelamente, le incertezze economiche porteranno a un decremento dei volumi trasportati, che nel prossimo anno saranno pari a 57,7 milioni di tonnellate, contro il picco di 65,6 toccato nel 2021.
Lo dice l’ultimo report di Iata, nel quale l’associazione evidenzia anche che nel complesso secondo le sue stime il 2022 si chiuderà per le compagnie aeree ancora in rosso, ovvero con una perdita aggregata di 6,9 miliardi, in forte miglioramento però sui risultati negativi dei due anni precedenti (-137,7 e -42 miliardi registrati rispettivamente nel 2020 e nel 2021), nonché rispetto alle sue stesse previsioni di giugno, in cui si ipotizzava un buco di 9,7 miliardi. Per i vettori europei il bilancio sarà per quest’anno negativo per 3,1 miliardi di dollari.
Secondo Iata, il 2023 segnerà invece il ritorno al profitto per i vettori, che globalmente raggiungeranno i 4,7 miliardi di dollari di utili. In particolare le compagnie europee secondo le stime di Iata con utili complessivi per 621 milioni di dollari. Il prossimo anno segnerà quindi una svolta positiva per l’aviazione, anche se – ha rimarcato il direttore generale di Iata Willie Walsh – “un profitto di 4,7 miliardi su ricavi di settore (stimati, ndr) di 779 miliardi evidenzia che c’è ancora tanto terreno da recuperar per rimettere l’industria globale su solide basi finanziarie”.