“Gli aeroporti facciano sintesi nell’offerta di servizi pharma in Italia”
Milano – Anche se la capacità non è enorme, le strutture aeroportuali italiane dedicate al settore pharma sono adeguate e in linea con quelle di altri scali europei. Manca però ancora un approccio “più maturo” così come la volontà di “deframmentare” l’offerta degli operatori permettendo al settore di fare un salto di qualità. Ad affermarlo […]
Milano – Anche se la capacità non è enorme, le strutture aeroportuali italiane dedicate al settore pharma sono adeguate e in linea con quelle di altri scali europei. Manca però ancora un approccio “più maturo” così come la volontà di “deframmentare” l’offerta degli operatori permettendo al settore di fare un salto di qualità. Ad affermarlo – nel corso dell’evento “Il cargo aereo, l’altro intermodale. Dai farmaci al food, un settore in piena evoluzione tecnologica e di mercato” che si è svolto la scorsa settimana nell’ambito di conferenze dell’ultima edizione di Shipping, Forwarding&Logistics meet Industry – è stato Fabrizio Iacobacci, presidente di Pharmacom Italia.
Nel corso del suo intervento il manager – anche responsabile del pharma business di BCube – ha sostanzialmente promosso gli asset dedicati a questa attività nei due aeroporti di Malpensa e Fiumicino sia in rapporto a strutture che rispetto dei protocolli. I due scali sono in sostanza, secondo Iacobacci, “qualificati”, tanto che “avrebbero potuto essere utilizzati anche per la logistica dei vaccini anti-Covid inclusi quelli che necessitano di essere conservati a temperature del range -70°/-80°, anche se poi la scelta istituzionale è stata quella di “avere una filiera dedicata”. Uno scalo come Malpensa in particolare “è comparabile con Bruxelles”.
A mancare, secondo il presidente di Pharmacom Italia, è però ancora un approccio di sistema, in cui cioè le qualità dei singoli possano essere messe in rete per compiere l’atteso salto di qualità. Un processo per il quale Iacobacci ha, come fatto anche in passato, ancora una volta candidato gli aeroporti – meglio, le società di gestione aeroportuale – ad assumere il ruolo di federatori e a fare sintesi, dato il ruolo sempre più centrale che gli scali stanno assumendo nel settore. Solo così, secondo il presidente di Pharmacom Italia, la logistica pharma italiana potrebbe finalmente fare il salto di qualità sviluppando “vie certe verso altri scali e affidabilità delle tratte”.
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