“Un settembre che sembra Capodanno per le spedizioni aeree tra Italia e Cina”
Anche se le notizie da Shanghai Pudong sono frammentarie, il quadro che emerge, per l’attuale situazione delle spedizioni aeree tra Cina e Italia, è invece definito e drammatico. “Un settembre che si preannuncia come il periodo che solitamente precede il Capodanno cinese” riassume ad AIR CARGO ITALY Alice Arduini, titolare della casa di spedizioni Alix […]
Anche se le notizie da Shanghai Pudong sono frammentarie, il quadro che emerge, per l’attuale situazione delle spedizioni aeree tra Cina e Italia, è invece definito e drammatico.
“Un settembre che si preannuncia come il periodo che solitamente precede il Capodanno cinese” riassume ad AIR CARGO ITALY Alice Arduini, titolare della casa di spedizioni Alix International Srl. Ad avere esasperato la situazione dei trasporti via aria tra i due paesi, già in difficoltà, è come detto la chiusura quasi totale – non è chiaro in che misura – delle attività cargo dello scalo di uno dei maggiori aeroporti cinesi e del mondo. “Ci risulta che ad oggi sia ancora operativo circa il 10% dei voli, anche se la maggior parte di quelli che solitamente hanno origine lì è ora dirottato verso altre località, in particolare l’aeroporto di Pechino, più grande, e quello di Hong Kong, che però è già in pesante sofferenza”. La cosa ha prevedibilmente aggiunto ulteriore pressione sui noli: “Dalla Cina all’Italia ad oggi riscontriamo una media di 5 dollari/kg (contro i 3 di standard), con punte di 6/7 dollari/kg per spedizioni da Hong Kong”. Ancora più difficile appare al momento la situazione della rotta inversa: “Ci risultano cancellati quasi tutti voli, è difficilissimo trovare spazio”. In generale, continua Arduini, “si lavora giorno per giorno, senza continuità. Nel complesso la situazione è di una forte instabilità e ci attendiamo un ulteriore peggioramento”.
Nel frattempo da Shanghai non sembrano arrivare novità di sorta, tantomeno indicazioni rispetto a una possibile una ripresa a breve delle normali attività. Un articolo pubblicato dal Global Times – testata edita sotto l’egida del Partito Comunista cinese – riferisce che il 23 agosto sarebbe stato accertato il settimo contagiato tra gli addetti dello scalo, un numero che fa sorridere diversi operatori che sospettano che dietro le cifre ufficiali diffuse dalla Repubblica Popolare la realtà sia ben diversa, lasciando quindi anche presagire che per la ripartenza ci potrà volere ben di più delle due settimane di cui si era parlato inizialmente.
Secondo una analisi di Clive la paralisi delle attività cargo a Pudong ha portato a un calo del 10% dei volumi di merce spedita dalla Cina all’Europa nelle ultime due settimane di agosto, a fronte di una riduzione del 18% della stiva disponibile, due fattori hanno anche i noli spot a crescere del 20% nell’ultima settimana di agosto rispetto all’ultima di luglio.
In particolare le rate di nolo da Pudong, dopo lo stop, sarebbero aumentate del 30% secondo una portavoce di Seko Logistics, che ha detto di attendersi che il ‘super picco’ previsto per ottobre sfonderà ancora le aspettative. Secondo infine le rilevazioni del Tac Index le rotte Shanghai Pudong – Europa sono arrivate in media ad agosto a toccare i 4,6 dollari/kg, dopo i 4,34 dollari/kg di luglio.
“Il mercato è solido dal punto di vista della domanda, ma attualmente si basa su un’infrastruttura scarsa e fragile. Come abbiamo visto ad agosto, una piccola manciata di casi di Covid all’aeroporto di Pudong ha portato alla chiusura delle operazioni del terminal cargo. Quando qualcosa del genere accade in quello che è il terzo aeroporto merci più grande del mondo, mostra quanto siano fragili le cose per le supply chain globali e genera un impatto immediato sulle tariffe, che erano già alte” ha commentato il direttore esecutivo di Clive, Niall van de Wouw.
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